La scelta di convergere nella green economy sarà un sicuro successo per l’industria, il commercio, il turismo, l’artigianato e l’agricoltura italiana.
Ci si sta muovendo però troppo lentamente.
Spostarsi in maniera sostenibile e intelligente è diventato un’urgenza, una delle priorità.
Non solo le persone, ma anche per le merci.
Il vantaggio sociale e ambientale per le future generazioni sarà molto evidente e apprezzato.
Anche economicamente ci saranno sviluppi positivi, perché il risparmio energetico è una priorità che ci tocca tutti i giorni da vicino.
La condivisione dell’uso dell’auto, per esempio, è più semplice di quanto si immagini, una volta messi da parte gli schemi dello status quo; occorre guardare avanti, all’orizzonte.
Sia le famiglie che le aziende o le istituzioni fruiranno di benefici immediatamente misurabili.
Anche l’utilizzo di materiali bio ed eco sono quanto mai opportuni e più a misura d’uomo.
Pubblico e privato trovano nella green economy nuove possibilità di migliorare la qualità della vita, a vari livelli.
Le indagini di mercato ci danno ragione, fin troppo.
L’innovazione tecnologica passa anche attraverso l’impulso creativo tipico degli italiani, che forse ultimamente si sono lasciati sorpassare da un’eccessiva razionalità, che va appunto bene quando non è eccessiva.
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